La passione vince sempre. Lo sa bene Chiara Risaliti, 27 anni, Laurea in Biotecnologie e da tre anni parte del team ASAcampus. Un percorso “non lineare” il suo, come dice lei stessa, nonostante l’interesse per il mondo della ricerca, la curiosità nel “voler capire di più” e la motivazione ad “accrescere le conoscenze” avessero fatto capolino sin da quando era bambina.
“Ciononostante, in prima battuta, per la mia formazione, ho puntato sul liceo linguistico ma, al momento di scegliere come proseguire, la passione per la Scienza ha avuto la meglio e, ad oggi, sono molto soddisfatta delle scelte fatte e di avere l’opportunità di lavorare in una squadra di valore come quella di ASAcampus, coesa e pronta al confronto costante. Condizioni, quest’ultime, indispensabili per poter lavorare al meglio: le opinioni e le competenze delle persone con cui si condividono progetti ed esperimenti sono infatti indispensabili per comprendere meglio il percorso da compiere, per avere un aiuto concreto nella prosecuzione del proprio operare, ma anche per poter contare su valide spalle nel momento opportuno. La fiducia reciproca è basilare, così come aiutarsi e sostenersi quando, magari, i risultati che si attendono non sono quelli auspicati”.
La ricerca richiede grande pazienza…
E non solo! Bisogna essere perseveranti e molto tenaci. Non mollare è la regola d’oro, soprattutto quando l’esperimento in cui si è impegnati non funziona come vorremmo. Per la buona riuscita di uno studio concorrono infatti una serie di variabili, su alcune delle quali non abbiamo potere o che non conosciamo neppure. Pensiamo ad esempio all’estrema variabilità dello stato di una cellula, che può modificarsi un giorno con l’altro, con ricadute inevitabili sull’esperimento che si sta conducendo. Per questo è importante non demordere e soprattutto capire cosa non abbia funzionato correttamente e agire di conseguenza. Bisogna sempre chiedersi se si è sbagliata qualche procedura o se, invece, è l’esperimento che non è idoneo e dunque adottarne un altro.
Quanto è importante che un esperimento sia ripetibile?
È fondamentale. Ripetere un esperimento, magari già riuscito la prima volta, equivale a dare ulteriore valore ai risultati ottenuti e accrescere la sicurezza di quanto dimostrato.
Un lavoro che richiede tempo e attenzione. L’orologio non fa parte della vostra quotidianità…come si svolge una tua giornata-tipo?
Le nostre giornate non sono mai scandite dall’orologio, mentre a definirle sono i lavori che portiamo avanti. Come “buona pratica” ci riuniamo tutti insieme e, oltre ad aggiornarci sulle attività in essere, pianifichiamo quelle del giorno e, possibilmente, della settimana, così da avere un piano nel medio termine. A seguire iniziamo con le attività di laboratorio, le mie preferite.
Tra le numerose ricerche a cui ha partecipato, quali quelle che ti hanno dato maggiore soddisfazione?
A coinvolgermi molto è l’utilizzo del Seahorse, strumento che, semplificando, permette di spiegare il metabolismo della cellula, offrendoci molte informazioni particolari che la riguardano oltre ad una serie di dati di valore. Lavorarci è gratificante anche perché si tratta di strumentazione di non semplice utilizzo: per settarlo e trovare un protocollo che funzioni perfettamente servono infatti tanti tentativi. Quando però si riesce a trovare la quadra, la soddisfazione è molta.
Ci fai un esempio?
Certo: siamo ricorsi a questo strumento per verificare l’effetto che la Laserterapia MLS® di ASA ha sulle cellule. L’obiettivo, nel concreto, era quello di comprendere se la sua applicazione comportasse un cambiamento del loro metabolismo, del consumo di ossigeno e di altri parametri. I dati raccolti ci hanno consentito di capire che l’impiego del laser produce un cambiamento significativo sul loro metabolismo.
In termini futuribili, invece, c’è qualche studio che vorresti condurre?
Non vedo l’ora di utilizzare il 3D bioprinting! Questa tecnica, usando dei bioinchiostri mixati con cellule, permette di dare forma a dei costrutti di tessuto e, in un futuro non troppo lontano, potrebbe portare anche alla costruzione di tessuti e organi. Una metodica estremamente interessante sia per gli strumenti che usa, in cui la componente ingegneristica sposa quella biologica, sia per gli usi che potrebbe consentire in futuro.
Nell’attesa “sperimenti” altre esperienze, come il volo parabolico…
Un’esperienza emozionante e unica! Nel volo parabolico, il solo modo sulla terra per provare fattivamente ciò che vivono gli astronauti, l’ipergravità si alterna alla microgravità, generando delle sensazioni estreme in cui momenti di forte compressione si alternano ad altri di vuoto, simili, ma molto più prolungati, a quelli che si avvertono sulle montagne russe.
Quale l’obiettivo di questo esperimento?
Lo scopo era quello di valutare gli effetti di alterate condizioni di gravità su cellule seminate su particolari membrane biocompatibili. I risultati sono ancora in fase di analisi, ma il corretto svolgimento delle attività sperimentali durante il volo è già un ottimo risultato, soprattutto considerando la complessità e la particolarità di certe condizioni sperimentali.
La strada da fare però non si ferma qui a conferma di come la ricerca non abbia confini. Un valore importante anche per le aziende che vogliano crescere consapevolmente..
Concordo! La ricerca è fondamentale per una azienda perché apporta innovazione, ne favorisce lo sviluppo, la rende competitiva e le consente di aprire nuove strade in una prospettiva di medio e lungo periodo.
Dove porterà invece la tua strada?
Onestamente non lo so, ma non voglio mettere limiti o confini. Sono però sicura che la ricerca sarà il mio faro.
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