Se sei tra i circa 19 milioni di italiani (dati Eurac Research) che regolarmente dedicano il proprio tempo libero ad uscite in mountain bike e sei incappato in stop forzati per incidenti o problemi muscolari, questo articolo parla di te.
La passione per la due ruote nella sua versione più “strong”, negli ultimi anni ha collezionato un numero crescente di follower, attirati dalla possibilità di sperimentare la propria resistenza fisica in situazioni in cui i muscoli sono chiamati al massimo sforzo, l’equilibrio psicologico è indispensabile ed il rischio di farsi male concreto. Perché scegliere la MTB significa votarsi ad una vera filosofia, che implica allenamento costante, alimentazione controllata, attenzione per il proprio benessere fisico a tutti i livelli, supporto fisioterapico e una (buona) dose di coraggio.
Lo confermano i partecipanti alla HERO Südtirol Dolomites, la gara di mountain bike più dura al mondo che si svolge intorno al gruppo Sella e ogni anno coinvolge una media di 4000 atleti professionisti e amatori provenienti da ogni angolo del mondo. Sportivi che, per portarla a termine, si allenano in media oltre sette ore a settimana (analisi GroupM Research & Insight) alternando uscite bike ad esercizi fisici e a sessioni di de-stress muscolare, affidate a manipolazioni di professionisti della fisioterapia e alle terapie strumentali. Veri “eroi” che, in qualche circostanza, hanno lasciato sul campo ben più del sudore.
Tra gli HEROes anche Gian Mario Gambirasio, manager bergamasco over 50 afficionados della competizione dolomitica che, dopo un fermo a causa di un importante incidente durante un’uscita in MTB di preparazione alla gara, ha recuperato la piena forma fisica grazie ad una terapia mix.
“Mentre stavo raggiungendo un percorso perfetto per sperimentare la mia tenuta con la MTB, una macchina mi ha tagliato la strada e io mi sono schiantato sul suo cofano. Risultato: bicicletta spezzata in due, ma soprattutto pesanti traumi alle gambe e ricadute anche su arti superiori e schiena”.
Gli esiti degli esami di accertamento effettuati sono poco confortanti.
“Nonostante la diagnosi non lasciasse grandi speranze di un rapido e completo recupero, il desiderio di rimettermi in pista è stato più forte: ho iniziato quindi un percorso di riabilitazione che ha affiancato ad una terapia farmacologica, inizialmente indispensabile per modulare il dolore, esercizi fisici, massaggi manuali e laserterapia”.
Un planning di recupero che ha dato i suoi frutti.
“Quando Gian Mario, già nostro paziente, si è presentato con una frattura al perone destro e una serie di lesioni muscolari di natura contusiva – spiega Matteo Elitropi, fisioterapista e osteopata dello Studio Elitropi di Bergamo – abbiamo pensato di applicare il protocollo “Peace& Love”, articolato in due fasi: la prima ha previsto attività di protezione (P), elevazione (E), non somministrazione di anti-infiammatori (A), compressione (C) ed educazione (E), mentre la seconda è stata centrata su carico, o load in inglese (L), ottimismo (O), vascolarizzazione (V) ed esercizio (E). Per velocizzare i processi riparativi muscolari e ossei e favorire il recupero dei tessuti e degli ematomi, molti dei quali interbi, abbiamo applicato la Laserterapia MLS®, per una decina di sedute, contribuendo così a rimettere in pista Gian Mario in nemmeno 3 mesi. L’effetto della Laserterapia, come confermato anche da diversi studi scientifici, grazie al suo potere foto-bio-stimolante, ha contribuito a ridurre sensibilmente i tempi di ripresa”.
A distanza di pochi mesi dall’incidente, Gian Mario è tornato a pedalare e ha ripreso la preparazione in prospettiva HERO 2022.
“All’edizione del 2021 io e la mia nuova mountain bike eravamo presenti, ma solo come spettatori. Su suggerimento del mio fisio ho colto l’occasione della gara per testare la mia condizione su alcuni percorsi montani più impegnativi. Il feedback è stato decisamente incoraggiante!”.
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