A soffrirne una volta nella vita è il 10% degli italiani con ricadute sulla qualità della vita complici dolore e immobilismo legati al conclamarsi della patologia: la cervicalgia è tra le problematiche più invalidanti per la gestione della quotidianità.
La sua manifestazione è legata:
A determinarne l’insorgenza possono anche essere altre problematiche come il colpo di frusta cervicale, l’artrosi, l’ernia discale e le sindromi miofasciali.
Tratto distintivo è il dolore diversificato in base all’area che va ad interessare: nell’artrosi, nella discopatia e nell’ernia del disco cervicale viene irradiato alle spalle e agli arti superiori ed accompagnato da formicolio con alterazioni della sensibilità, mentre nelle sindromi miofasciali non si estende alle braccia.
Ruolo chiave lo ricopre il medico che, a seguito di visita, dispone gli esami da eseguire per determinare la terapia più idonea.
In particolare: per confermare la presenza di una sospetta instabilità delle vertebre si procede ad una radiografia con proiezioni standard o in flessione/ estensione mentre per accertare un’ernia discale o una sofferenza midollare si dispone una risonanza magnetica nucleare.
Si ricorre ad esami del sangue con gli indici di infiammazione nel caso di supposte patologie reumatiche o generali.
Solo in casi particolari (verifica della funzionalità delle radici nervose) è la elettromiografia degli arti superiori a fornire la risposta.
Si diversifica sulla base della fase in cui si presenta la patologia: nella fase acuta il trattamento, antalgico e decontratturante, richiede riposo e ricorso ad analgesici, antiinfiammatori e miorilassanti per breve periodo. Opportuni sono anche il corretto allineamento posturale attraverso l’uso di un cuscino basso o di un collare cervicale - utile in caso di trauma o in situazioni di particolare gravità – e un programma di esercizi e mobilizzazione da eseguire con modalità diverse in relazione alla fase clinica.
Da sconsigliare: la forzatura dei movimenti dolorosi e lo svolgimento di programmi intensivi senza la supervisione di operatori preparati.
A scopo antalgico, decontratturante e antiinfiammatorio si conferma non solo benefica, ma anche risolutiva nel diminuire in modo significativo la sintomatologia dolorosa e nel migliorare la funzionalità del collo.
La signora Anna è affetta da costanti vertigini e acufeni non causate da labirintite. Una radiografia al collo e alla colonna cervicale evidenziano alterazioni spondilo artrosiche con brevi osteofiti marginali posteriori delle vertebre cervicali e alterazioni osteoartrosiche interapofisarie. Una successiva visita fisiatrica rileva una accentuata rachialgia cervicale in spondilo artrosi.
Per ridurre la sintomatologia dolorosa viene sottoposta ad un trattamento combinato di Hilterapia® e massoterapia delicata al rachide cervicale e ai fasci superiori dei muscoli trapezi. Dopo 5 sedute la paziente avverte un immediato beneficio: il collo risulta più libero, la rotazione della testa avviene senza necessità di girare tutto il corpo, le vertigini guardando verso l’alto non solo più presenti, la muscolatura non è più contratta, le spalle sono più leggere e la ripetizione di gesti rotatori e di inclinazione è più semplice.
(Caso riferito da Maddalena De Togni, fisioterapista e responsabile palestra arti e rachide)
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